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Ci sono oggetti che tutti quanti abbiamo in casa.
Il tagliere di legno è certamente uno di questi: che sia quello della nonna, tramandato di generazione in generazione, o un nuovo acquisto di design, oppure il semplice tagliere comprato al supermercato, più o meno tutti abbiamo confidenza con questo oggetto.
E con le sue potenzialità.
Negli anni, da semplice superficie su cui tagliare e preparare il cibo, il tagliere in legno si è evoluto in uno strumento versatile, da utilizzare anche per altri scopi: al punto da diventare un vero e proprio piatto di portata in alcuni locali, bar e ristoranti.
Ci sembra giusto allora dedicare qualche riga a questo oggetto, che produciamo anche noi in diverse forme (le trovi qui), indicando anche qualche piccolo consiglio per l’uso e la manutenzione.
Le essenze del tagliere in legno
Sul mercato, esistono taglieri di qualunque tipo, ma tendenzialmente le essenze utilizzate per la loro creazione sono poche, e identificano anche l’utilizzo che si farà del tagliere: le essenze di legno duro e più resistente a graffi ed abrasioni portate dalle lame dei coltelli sono utilizzate per i taglieri da cucina veri e propri, quelle più delicate e magari belle a vedersi per i taglieri da portata.
Capita dunque di incontrare taglieri di rovere, acacia, o faggio nel primo caso, oppure taglieri di ulivo, wengé o anche semplicemente di abete nel secondo.
Ovviamente esistono legni più pregiati di altri, ma la cosa da sapere prima di un acquisto è che più il legno è di per sé resistente e duro nella fibra, più sarà indicato per sopportare lo stress delle operazioni tipiche che si svolgono su un tagliere.
Noi generalmente per l’utilizzo “da taglio” proponiamo taglieri in essenza di faggio, un’essenza molto stabile nel tempo e in grado di ben tollerare usura e umidità.
Come usare il tagliere in legno
L’uso che tutti conosciamo è quello per affettare le verdure, tagliare il pane, battere la carne, sfilettare il pesce, e così via.
Ma un tagliere, come dicevamo all’inizio, può avere anche utilizzi alternativi a quello classico e può rivelarsi un compagno versatile della nostra tavola.
Ad esempio, al di là delle operazioni di taglio, un buon tagliere da cucina, magari di dimensioni generose e di un’essenza più porosa, come può essere l’abete, diventa una superficie ottima per impastare.
Che si tratti di pasta fresca o all’uovo, gnocchi, pane o pizza, rappresenta un supporto naturale su cui dare sfogo alla nostra personalissima arte bianca.
Può aiutarci ad impastare e dare carattere e la giusta ruvidità alla pasta, ci aiuta a proteggere la superficie del piano cucina, e ci permette di lasciare anche riposare l’impasto se ben infarinato.
E in più è semplice da pulire a cose fatte: i residui di impasto si possono togliere senza paura di rigare il piano di lavoro.
Oltre che nella preparazione dei cibi poi, il tagliere ci viene in aiuto come opzione al tempo stesso rustica e al passo con i tempi per il servizio a tavola.
Dalla classica combinazione di salumi, salumi e formaggi, o stuzzichini per gli aperitivi, fino alle versioni che oggi si cominciano a vedere sempre di più nei locali con alternative nuove, di sola verdura o di sola frutta: il tagliere in legno è – in questi casi – il nome stesso del piatto.
Ordiniamo spesso un tagliere di salumi, un tagliere misto, un tagliere di antipasti: è un modo bello per portare in tavola cibo già porzionato o da affettare direttamente insieme ai nostri ospiti.
Un modo per condividere e socializzare.
Il tagliere è anche un’ottima soluzione per servire in tavola il pane, magari un bel pane rustico di grande dimensione, portato in tavola in parte a fette e in parte intero con il coltello per proseguire a tagliarlo: la soluzione perfetta per un pranzo informale, una grigliata tra amici, o un piccolo buffet.
E poi, e questo davvero lo insegnavano le nonne, il tagliere tondo è il modo giusto per portare in tavola la polenta, splendido piatto delle nostre montagne: che sia più morbida e quindi si possa poi servire con un cucchiaio, o più dura e tagliare con un coltello (o con lo spago, proprio come facevano i nostri nonni), il tagliere con la polenta sopra è sempre una festa in tavola.
Cura e manutenzione del tagliere in legno
Se il tagliere in legno si presta a tutti questi usi, è evidente che conservarlo al meglio è la cosa giusta da fare: un alleato tanto prezioso per le nostre ore in cucina e a tavola va curato per bene.
E allora come si pulisce un tagliere?
Ne abbiamo parlato anche in una storia di laboratorio dedicata proprio alla pulizia degli oggetti in legno, ma qui andiamo un po’ più nello specifico.
Prima, ciò che assolutamente non va fatto: no, no, e ancora no alla lavastoviglie.
Il legno è un materiale vivo e quindi è suscettibile ad umidità e temperatura: abbiamo visto prima come le diverse essenze si comportino in modo diverso, ma è una regola generale da tenere presente. Troppa acqua e troppo caldo, esattamente l’ambiente che si troverebbe in lavastoviglie, fanno male al tagliere. Bisogna quindi lavarlo a mano.
Per pulire il tagliere quando è sporco basta quindi una spugna anche leggermente abrasiva con acqua calda e un po’ di sapone di marsiglia, oppure con bicarbonato e limone o bicarbonato e aceto.
Una volta rimosse macchie e sporco è possibile risciacquare velocemente il tagliere, e poi è importante asciugarlo subito con un panno di cotone (il classico canovaccio da cucina) e lasciare che l’asciugatura si completi all’aria, meglio ancora se al sole.
Ogni tanto è possibile fare anche un’altra operazione che contribuirà a mantenere il tagliere al meglio nel tempo, evitando al legno di assorbire l’acqua e impedendo la formazione di muffe, germi e batteri: spennellare il legno con olio da cucina.
Si possono usare olio di girasole, di colza o di oliva senza alcun problema: basta metterne un po’ su della carta da cucina e distribuirli uniformemente sulla superficie di taglio.
Attenzione però che per le caratteristiche di questi olii, bisogna prendere delle precauzioni per evitare che irrancidiscano col tempo.
Per gli olii di colza e girasole, è importante eliminare tutti i possibili residui o eccessi prima di mettere ad asciugare il tagliere.
L’olio di oliva invece rimane sul legno per più tempo senza seccare, quindi utilizzalo solo se risciacqui il tagliere ogni giorno, altrimenti è meglio di no.
Il più indicato per trattare il tuo tagliere di legno è l’olio di semi di lino: si secca completamente e non lascia patine sul tagliere, non irrancidisce e protegge il legno a lungo. Si tratta di un prodotto alimentare, quindi non ha alcuna controindicazione.
Lo trovi nei supermercati più forniti oppure online con grande facilità.
Un tagliere personalizzato
Non pensavi che un semplice tagliere in legno potesse avere tutte queste potenzialità?
Capita spesso con gli oggetti che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: la consuetudine li banalizza, ma basta guardarli un po’ da lontano e riacquistano subito la loro natura.
Un modo per renderli più particolari e farli spiccare sulla normalità può essere quello di personalizzarli: che tu abbia un locale e voglia cominciare a servire l’aperitivo su taglieri in legno con il marchio o il nome dell’attività, o che tu semplicemente voglia fare un bel regalo a Natale agli amici, o ancora che tu voglia pensare ad una bomboniera speciale per il tuo matrimonio, possiamo aiutarti.
Scrivici e realizzeremo insieme i tuoi taglieri personalizzati: un po’ di carattere in più in cucina non guasta mai.